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L'economia circolare nella rendicontazione di sostenibilità

Contributo di Anna Köhl, Klimabündnis Tirol | Traduzione e adattamento di Stefania Gatta, IDM Alto Adige Südtirol

L’economia circolare sta assumendo un ruolo sempre più centrale, grazie anche alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che impone alle aziende di divulgare in modo trasparente i propri sforzi in ambito di sostenibilità. Nell’ambito della CSRD, l’economia circolare trova spazio principalmente nello European Sustainability Reporting Standard (ESRS) E5, dedicato all’uso delle risorse e all’economia circolare. Questo standard offre linee guida precise per le aziende soggette all’obbligo di rendicontazione, e pone l’accento sull’analisi della doppia materialità. Ma cosa significa tutto questo, in pratica?

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L’economia circolare e il reporting di sostenibilità: un’opportunità per le PMI

Con l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), anche le PMI quotate saranno chiamate, a partire dal 2026, a rendicontare i propri sforzi di sostenibilità. Lo standard europeo ESRS E5, dedicato all’uso delle risorse e all’economia circolare, rappresenta un riferimento importante per integrare pratiche sostenibili nei modelli di business.

Per le PMI, il reporting prevede requisiti semplificati rispetto alle grandi imprese, rendendo più accessibile l’adozione di strategie circolari e la comunicazione dei progressi. Nonostante le sfide legate a risorse e competenze limitate, il percorso verso la circolarità offre vantaggi concreti: riduzione dei costi, maggiore efficienza operativa, accesso a incentivi pubblici e rafforzamento della competitività.

Linee guida pratiche per le PMI, come modelli di reporting semplificati, supportano le aziende nel rendicontare aspetti fondamentali quali:

  • L’uso delle risorse e il loro approvvigionamento.
  • Le azioni per ridurre l’impatto ambientale.
  • Gli obiettivi e le strategie orientate alla circolarità.

Intraprendere questo percorso non è solo un obbligo futuro, ma un’opportunità per le PMI di posizionarsi come protagoniste della transizione sostenibile, cogliendo benefici economici e ambientali.

I 5 pilastri dell’ESRS E5 e

Lo Standard ESRS E5 richiede alle aziende di fornire informazioni dettagliate sull’utilizzo delle risorse e sull’integrazione dell’economia circolare nei propri processi e prodotti. La struttura dello standard si articola in cinque pilastri fondamentali:

  • Uso e approvvigionamento delle risorse: Le aziende devono dichiarare quali risorse utilizzano, come vengono approvvigionate e quali impatti, sia positivi che negativi, derivano da tali processi.
  • Misure per ridurre gli impatti negativi: Comprende le strategie adottate per mitigare o prevenire gli impatti negativi, promuovendo il disaccoppiamento tra crescita economica e consumo di risorse.
  • Adattamento strategico ai principi dell’economia circolare: Le imprese devono riorientare i propri modelli di business, adottando principi come la riduzione dei rifiuti, la conservazione del valore dei materiali e l’efficienza nell’uso delle risorse.
  • Gestione di opportunità e rischi: Le aziende sono chiamate a spiegare come identificano e affrontano le opportunità e i rischi legati all’uso delle risorse e all’economia circolare.
  • Implicazioni finanziarie: È richiesta la rendicontazione degli impatti finanziari, a breve, medio e lungo termine, derivanti dall’adozione di un approccio circolare.

In sintesi, l’azienda deve comunicare tutte le misure intraprese per prevenire o attenuare gli impatti negativi (effettivi o potenziali) legati all’uso delle risorse, riportando anche i risultati concreti ottenuti da tali interventi. Inoltre, è fondamentale condividere i piani aziendali per adeguare il modello di business e le operazioni ai principi dell’economia circolare. Infine, le aziende devono rendicontare l’impatto di rischi e opportunità derivanti dall’adozione di tali principi, illustrando come questi influenzano lo sviluppo del business, i risultati e la situazione finanziaria complessiva a breve, medio e lungo termine.

In altre parole, lo standard ESRS E5 si concentra sulla capacità dell’azienda di creare valore sostenibile nel tempo.

Struttura dello standard

Lo standard si articola in sei sezioni principali, che guidano l’implementazione delle linee guida:

  1. IRO-1: Procedure per identificare impatti, rischi e opportunità rilevanti.
  2. E5-1: Politiche aziendali sull’uso delle risorse e sull’economia circolare.
  3. E5-2: Misure adottate e risorse impiegate per promuovere la sostenibilità e l’economia circolare.
  4. E5-3: Obiettivi relativi all’uso delle risorse e all’economia circolare.
  5. E5-4 e E5-5: Dettagli sui flussi di risorse in ingresso e in uscita, con particolare attenzione alla gestione dei materiali e dei rifiuti.
  6. E5-6: Effetti finanziari derivanti dagli impatti, dai rischi e dalle opportunità identificati

Queste sezioni non operano in isolamento, ma sono strettamente collegate ad altri standard ESRS, come l’E1 (Cambiamento climatico) e l’E4 (Biodiversità), rafforzando un approccio integrato alla sostenibilità.

La CSRD e l’ESRS E5 rendono chiaro che l’era del “greenwashing” è finita. Non sono più sufficienti promesse vaghe: sono necessarie strategie concrete e risultati misurabili, una sfida e un’opportunità per le aziende che prendono sul serio la sostenibilità e vogliono guidare il cambiamento.

Sfide nell’implementazione

Per molte aziende, che fino ad oggi hanno avuto un’esposizione limitata all’economia circolare, l’ESRS E5 rappresenta una sfida significativa.  In particolare, la raccolta di dati rilevanti e la loro divulgazione trasparente richiedono investimenti e adattamenti rilevanti a livello organizzativo.

Un’analisi dei report di sostenibilità del 2022 evidenzia queste difficoltà. Tra le 32 aziende del DAX-40 analizzate, molte hanno affrontato il tema dell’economia circolare e delineato obiettivi strategici, ma spesso sono mancati interventi concreti e indicatori misurabili.

Le principali cause di queste lacune sono:

  • Mancanza di una comprensione approfondita dei principi dell’economia circolare.
  • Scarso livello di priorità attribuito al tema a livello aziendale.
  • Dati insufficienti e frammentati sull’uso delle risorse e sui flussi materiali.

Nonostante le sfide poste dall’implementazione dello standard ESRS E5, esso rappresenta un’opportunità significativa per le aziende. Integrare con successo i principi dell’economia circolare nei modelli di business non solo consente di operare in modo più sostenibile, ma offre anche vantaggi tangibili: riduzione dei costi operativi, promozione dell’innovazione e posizionamento come leader nel campo della sostenibilità.