L’economia circolare non è un progetto individuale. Richiede nuove forme di collaborazione che vanno oltre i confini aziendali, settoriali e, nel migliore dei casi, anche regionali e nazionali. La chiave sta nella creazione di ecosistemi regionali che riuniscono conoscenze, risorse e competenze e lavorano insieme a soluzioni circolari.
Un ecosistema di questo tipo è più di una semplice rete. È un’interazione dinamica tra aziende, istituti di ricerca, start-up, attori pubblici e moltiplicatori che insieme creano un ambiente in cui le innovazioni circolari possono nascere e crescere. Invece di pensare in termini di concorrenza, si tratta di creare sinergie lungo l’intera catena del valore.
Proprio nel settore dell’economia circolare, le specificità regionali giocano un ruolo centrale: la disponibilità di materie prime, le infrastrutture, il quadro normativo e le competenze disponibili variano da regione a regione, aprendo così potenziali per cooperazioni mirate. Quando regioni vicine si mettono in rete in modo mirato, si crea un ampio spazio di possibilità: know-how, modelli di business e tecnologie possono essere condivisi e adattati a livello transfrontaliero.